Le abitudini di nonna

Se ripenso a quando ero bambina, nell'Umbria degli anni '90, vedo tante merende a pane e marmellata di casa, una tavola con tovaglioli di cotone e dei tremendi portatovaglioli in legno col nome dei commensali, le bottiglie di vino sfuso, le bottiglie di vetro riciclate all'infinito con l'acqua della fonte Tufelli (scoprimmo decenni dopo che non era così pulita come ci sembrava). I calzini erano rammendati, i pantaloni rattoppati, la verdura bruttarella e saporita veniva dal campo, le mani si lavavano con la saponetta...e non eravamo poveri, era solo che tutto si usava fino a quando non era "finito finito".
Tutte queste abitudini le ho perse nel tempo, nella convinzione che fosse benessere e che comprare tovaglioli di carta, usarli e buttarli fosse in qualche maniera "più comodo".
Solo da poco le sto recuperando e mi fa ridere l'idea che si siano trasformate in "contenuti instagrammabili".
Chissà quanto ci prenderebbe per pazzi nonna Igge.
In foto ci sono un po' di tovaglioli provenienti dal ristorante che avano i miei nonni sul Gargano nei primi anni '80, sono di un cotone bianco perfetto, liscio, compatto e mi fanno sentire a una cena di gala anche quando scongelo due avanzi!

tovaglioli.JPG














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