Vintage & Second Hand: tutto quello che c’è da sapere con Livia @doubleyou
Chiunque si interessi del grande mondo della sostenibilità, a un certo punto capiterà necessariamente su un tema caldissimo: la moda.
Tessuti, produzioni, rivenditori…ci sono tantissimi aspetti da tenere in considerazione per vestire sostenibile.
Il modo più semplice per evitare di acquistare fast fashion (ovvero moda usa&getta a bassissimo prezzo) è rivolgersi al mercato del vintage e del second hand, un grande mondo dell’usato che può regalare vere gioie ma in cui bisogna imparare a destreggiarsi.
Ho deciso quindi di fare un bel po’ di domande a Livia Patta, fondatrice di DoubleYou e grandissima appassionata e amante della moda pre-loved. Livia è stata generosamente a disposizione e ci ha svelato una marea di segreti.
Ci tengo a dire che ho comprato più volte da Livia e i suoi capi sono pazzeschi: i pacchi curatissimi, profumatissimi e davvero perfetti da indossare subito.
Vintage e second hand: tutto quello che c’è da sapere:
Quando parliamo di Vintage e quando parliamo di Second Hand? Ci sono differenze?
Di solito si considerano vintage oggetti che hanno una ventina d’anni, il resto è usato ovvero second hand, di seconda mano.
In realtà i ritmi della moda sono talmente frenetici che ormai questo intervallo si è notevolmente accorciato.
E’ cosa nota che gli uffici stile battono i mercati, ad esempio alla fiera vintage di Belgioioso avevo incontrato persone dell’ufficio stile di Dior, solo per fare un esempio.
Nelle passerelle A/I della prossima stagione sono arrivati capi dei primi anni Duemila, il che significa che queste cose sono state già rivalutate come vintage (=quindi valide) almeno 5/6 anni fa.
Per una persona alle prime armi con gli acquisti second hand, come capire quando un capo vale? Come regolarsi?
Innanzitutto bisogna guardare il materiale: è lana? Cachemire? Seta? Cotone? Lino?
Ovviamente consiglio di dare la precedenza a tessuti di qualità , il bello del vintage è anche che ti permette di acquistare cose che attualmente sarebbero inavvicinabili.
Poi è necessario cercare di controllare eventuali difetti e loro entità.
Ad esempio controllare sempre i punti di maggiore usura: maniche, gomiti, polsini, interno del collo, per i cappotti osservare bene i revers e le asole e controllare anche la presenza di possibili buchini da tarme.
Io compro anche cose tarmate e tendo a riparare dove possibile.
Nel vintage è raro trovare pezzi privi di difetti, se non quando si trova il famoso “deadstock” o fondo di magazzino, e alle volte mi innamoro di un colore, di un taglio o di un tessuto e passo sopra ai difetti.
Se dovessi consigliare 3 pezzi forti da acquistare assolutamente di seconda mano, cosa ci consiglieresti?
Sicuramente un blazer:
D’inverno di lana o cachemire, d’estate di lino sfoderato o di seta. I blazer sono una colonna portante del guardaroba. I miei preferiti sono quelli di taglio maschile, dritti, e con spalline pronunciate. Fantastici quelli anni Ottanta e Novanta, hanno una silhouette immediatamente riconoscibile, un segno visivamente forte, non passano inosservati.
Tinta unita: il nero è un classico, ma al momento sono super trendy i blazer di colori vivaci, accesi (genere Gianni Versace anni Novanta). Fantasie: super classici e portabili i tweed (pied-de-poule, quadretti, tartan, ecc).
Anche la giacca tipo Chanel, senza revers, in tweed o bouclé, con tasche applicate e bottoni gioiello, dal taglio dritto, è un classico senza tempo.
Blazer e giacche si indossano veramente con qualsiasi cosa: con le t-shirt, con i vestiti, al posto di un cardigan, sui jeans, c’è il pregiudizio che si tratti di un capo da confinarsi all’ambito lavorativo, invece il blazer giusto, in tessuti di pregio (mai e poi mai sintetici, hanno una caduta tremenda e sono scomodi da indossare) è un vero passe-partout.
Jeans di buon taglio:
Un paio di jeans tagliato bene è il Graal della moda. Tutti li cercano, eppure continuiamo a essere inondati di jeans di pessima qualità.
Il vintage offre dei veri tesori. Personalmente consiglio di sceglierli di puro cotone spesso, non elasticizzati, perché a lungo andare si rovineranno di meno e scoloriranno meglio. Inoltre nessun problema di rilascio di microplastiche durante il lavaggio, è importante anche dal punto di vista ecologico.
Jeans di taglio “mom”, a vita alta, gamba ampia e caviglia stretta, consiglio i Trussardi o i Moschino.
Dritti e di taglio maschile, i meravigliosi Levi’s Big E: ovvero i Levi’s con la marca nel red tab ricamata in lettere maiuscole, prodotti negli Stati Uniti con tele denim di alta qualità e cuciti con un procedimento quasi artigianale.
Io ne ho venduto un paio prodotto nel 1969 (i numeri nell’etichetta sono univoci e permettono di datare ogni paio) e sembravano nuovi. Di secondhand consiglio di cercare Orslow, jeans giapponesi di altissima qualità (il denim giapponese è famoso!), e gli A.P.C., un brand parigino diventato famoso in tutto il mondo per la qualità del denim.
Abito di seta chemisier:
Io ne sono ossessionata. Sta bene a tutte ed è un pezzo incredibilmente versatile. La mia variante preferita è quella midi con i bottoni a tutta lunghezza, che come abito si può portare tutto chiuso in modalità educanda, tutto aperto come uno spolverino, o stretto in vita con una cintura e bottoni slacciati in modalità strategica.
Di seta perché è un buon investimento e si può usare in quasi tutte le stagioni, ma se ne trovano anche di viscosa (che è una fibra artificiale ma fatta dalla cellulosa, quindi con ottime doti termoregolanti e buona traspirazione) o lino.
Menzione speciale fuori podio: maglie!
Nel mercato vintage se ne trovano di ogni colore e foggia, e per tutte le tasche.
E’ anche l’unico contesto in cui è ancora possibile trovare una maglia di pura lana o di cachemire o alpaca o mohair a un prezzo abbordabile.
I miei preferiti sono i Missoni vintage, i maglioni irlandesi a trecce bianchi tipo Aran, di taglio maschile, magnifici, e quegli assurdi golfini in mohair tutti colorini pastello, ricamini e rouches…nonostante mi stiano malissimo li trovo deliziosamente kitsch!
E se abbiamo in casa pezzi vintage che vogliamo vendere, come possiamo muoverci?
Ti consiglio di cercare consignment shop su Google e vedere cosa esce.
Su Milano ce ne sono più d’uno. Considera sempre che di norma chi fa consignment prende 40-50% del prezzo a cui vende.
Se pensiamo al vintage ci vengono subito in mente mercatini e fiere, ne hai qualcuno particolarmente bello da consigliare?
Se parliamo proprio di mercato, Resìna a Ercolano (NA). È il più grande e famoso del Centro-Sud e esiste dal secondo dopoguerra. La tradizione di Resina sono gli “stracci America”: un tempo quelli dei soldati americani di passaggio, attualmente quelli che arrivano dall’America per via di mare. E’ molto amato dai costumisti di Cinecittà. Io non ci sono ancora mai stata ma sogno di andarci un paio di giorni apposta (anche per mangiare la pizza, confesso).
Di fiere del vintage raccomando quella del Castello di Belgioioso (PV). Si paga un biglietto d’ingresso e si trovano i big del vintage italiano. Lì sono stata pre Covid ed è una festa per gli occhi (meno per il portafoglio, perché gli espositori hanno già fatto la selezione acquistando alla fonte).
Vintage e inclusione: esiste anche per le taglie cosiddette “forti”?
Bisogna tenere conto che le taglie vintage hanno degli sfasamenti rispetto alle attuali, i capi erano disegnati su modelli diversi, ad esempio una 50 italiana veste più o meno una 44/46 attuale.
Anche le taglie francesi vintage vestono una taglia o due di meno.
Nella mia esperienza personale le taglie forti di buona qualità e con una vestibilità reale sono tedesche (West Germany). Ne ho qualcuna in negozio, ma le seleziono quando mi capita e per la legge di Murphy a me che sono una 44/46 capitano quasi esclusivamente 38/40.
Se devo consigliare una “collega” che fa questo lavoro e lo fa molto bene mi sento di raccomandare Annalisa di @mandarina85shop lei è molto “sul pezzo” e ha cose davvero fighe.
Ci sai consigliare dove poter acquistare bene online?
Vinted a me piace molto, compro anche su Depop.
Poi per il secondhand firmato do sempre un’occhiata anche a Vestiaire Collective e Rebelle, rispettivamente francese e tedesco.
In Italia ci sono dei grandi rivenditori di vintage, come Angelo Vintage Palace di Lugo che ha un magazzino sconfinato, dai Levis alle Chanel.
Poi tengo d’occhio su Instagram alcune rivenditrici che mi piacciono molto, sia per la selezione che per l’etica che mettono nel loro lavoro.
Infine Livia ha deciso di lasciarci anche nomi di alcune sue colleghe venditrici di vintage e second hand che stima e consiglia:
Una persona che mi sento di consigliare è Gloria di @familybusinessclothing: ha un sito molto fornito e una selezione pazzesca di pezzi che hanno fatto la storia della moda. I vestiti arrivano sempre puliti e ben confezionati. E in più è una persona veramente adorabile, di grande gentilezza d’animo.
Mi piace molto anche il lavoro che fanno @mmvintageproject e @lagoon_vintage. Due donne che ammiro molto, hanno una selezione di cose vintage molto belle e una bella testa.
Cose molto cool si possono trovate da @zetazelig.
Immancabile anche @virginiabecket, ha cose splendide che indossa con gusto e grazia impareggiabile. Però bisogna scegliere in fretta perché le sue cose vanno immediatamente sold out!