La sostenibilità è sostenibile per me?
Quando voglio rendermi conto di come sta andando il mio percorso verso la sostenibilità, io guardo nella mia spazzatura.
Quello che lascio "dietro di me" è lo specchio di come consumo e mi segnala forte e chiaro dove migliorare.
Come famiglia al momento produciamo 1 sacco di indifferenziata ogni mese e mezzo/due e uno di plastica ogni 3 settimane.
È una buona media, sicuramente, ma durante il periodo di smartworking era la metà.
In quel periodo facevamo una spesa super razionale, producevo in casa pane, piadine, sughi, pizze, ottimizzavo ogni scarto possibile.
Poi sono tornata al 100% in ufficio (parlo al singolare perché qui è il mio profilo ma vale lo stesso per mio marito), 12-14 ore fuori casa e il tempo che potevo sfruttare nelle pause lavorative o banalmente sottrarre agli spostamenti si è volatilizzato.
E ogni volta che leggo "perché comprare le piadine quando ci vogliono solo 10 minuti per farle?" mi viene un misto di nervoso e frustrazione che mi fa davvero incazzare.
Perché sì, è vero, lo so pure io che ci vogliono solo 10 minuti, ma sono 10 minuti che vanno sommati al cambiarsi, farsi una doccia, apparecchiare, pesare gli ingredienti e preparare ste benedette piadine, pensare cosa metterci dentro, ripulire il piano di lavoro....e alla fine sono solo 10 minuti ma con un carico mentale che alle volte sembra schiacciarmi e finisco col cenare alle 22.00.
Certo, la domenica faccio mealprep di verdure, ma se mi capita un weekend fuori il piano organizzativo salta e addio pasti casalinghi settimanali.
Così, certe volte, la sostenibilità non è sostenibile per me.
Delle volte la sola idea di non dover pensare nemmeno a cosa mi va per cena ma semplicemente aprire il frigo e schiaffare due ravioli pronti o un buger in padella mi dà sollievo, perché è un pensiero in meno.
Seppur continuerò sempre a comprare km0 bio più che posso, voglio fare in modo di liberarmi da questa eco-ansia e trasformarla in eco-motivazione.